Quando lui e lei pronunciano il fatidico “sì, lo voglio!”, non si tratta della conclusione di un percorso: il meglio deve ancora venire. E non parliamo della prima notte di nozze.
Come si trasforma la vita di coppia dopo che gli sposi si sono scambiati i giuramenti, le fedi e il bacio di rito? Dietro le cortine domestiche non tutto è rose e fiori e il principe azzurro potrebbe, non di rado, trasformarsi in un simpatico rospo. Se succede, niente paura: con i consigli di Elisabetta Belotti, blogger, docente, madre e naturalmente moglie, saprete sempre come cavarvela. Basterà conoscere a fondo le tipologie più comuni di coniuge, che Elisabetta descrive nel suo Il manuale del perfetto marito (Sesat Edizioni, 2012). E affrontarle con un sorriso.
Da insegnante di Lettere a blogger, a scrittrice: come è nata l’idea di scrivere un manuale sulle tipologie più ricorrenti di marito e sui trucchi per gestirle al meglio?
Il libro è nato durante i mesi del mio congedo per maternità. Stare tutto il giorno con una bimba piccola, lontana dal lavoro, e immersa solo nel mondo delle mamme, mi ha fatto scattare l’esigenza di una valvola di sfogo: scrivere, per raccontare con un filo di ironia la vita di coppia e quella familiare. Mentre scrivevo mi rendevo conto che avevo molto materiale: anni di esperienza con fidanzato e marito, e un’attenta osservazione dei fidanzati e mariti delle amiche, delle parenti, delle conoscenti… Ho continuato a scrivere e poi ho riorganizzato un po’ il tutto, fino a dargli una struttura ordinata e scorrevole.
Nel libro, la tua simpatia sembrerebbe andare ad alcuni tipi di coniuge: ad esempio, guardi con tenerezza all’Infantile (Vir eternus puer), mentre sei più pungente con il marito Trash (Vir becerus et incultus). Qual è il tuo “modello” preferito, e quello che non avresti scelto mai?
Il mio modello preferito? Ce ne sono almeno due: il marito pignolo e quello sportivo. Quello che non avrei mai scelto, e che sconsiglierei a tutte è il marito fedifrago, quello che gioca su due tavoli: moglie e amante. Anzi, spesso i tavoli sono una tavolata…
I mariti, si sa, sono pieni di particolarità (non chiamiamole difetti!). Ma noi mogli qualche imperfezione ce l’abbiamo?
Penso proprio di sì, perché, per citare il finale di uno dei miei film preferiti (A qualcuno piace caldo): Nessuno è perfetto! Neanche noi mogli.
Se dovessi consigliare la tua migliore amica sulla scelta dello sposo ideale, quale tipo di marito le augureresti, e perché?
Beh, escludendo ovviamente il marito fedifrago, direi che tutti gli altri hanno pregi e difetti che si compensano. Credo che il segreto sia sceglierci un marito di cui possiamo tollerare i difetti, dato che, come scrivo nell’introduzione : Toglietevi, infatti, dalla testa l’idea di “cambiare” vostro marito. Questo principio dovrebbe essere scolpito sulla copertina di ogni Vogue Sposa, e ogni aspirante moglie dovrebbe recitarlo come un mantra: nessun uomo, tantomeno nessun marito, cambierà mai.
Dopo aver letto il libro, la domanda è d’obbligo: vorremmo tutte sapere a quale categoria appartiene l’uomo della tua vita… E come l’ha presa dopo essersi riconosciuto!
Mio marito è il tipico marito pignolo. D’altronde è un ingegnere: li allevano così. In realtà, per una disordinata cronica come me, è l’ideale, e lo sappiamo bene tutti e due. Ovviamente ha letto il libro; sostiene che io abbia esagerato nelle descrizioni di tutti i mariti, soprattutto, guarda caso, in quella del marito pignolo.
Qual è, per te, il segreto di un matrimonio che duri felicemente nel tempo, sia esso con il marito raffinato, il marito pignolo o il marito geloso?
Il segreto del matrimonio? Cercare di esaltare i pregi del proprio marito e minimizzarne i difetti. In questo particolare gioco che è il matrimonio, marito e moglie debbono essere due alleati, due complici e mai due avversari.
Non è sempre facile, ma credo che sia l’unico modo per non avere un destino sentimentale alla Liz Taylor, grande fan del matrimonio in sé, al punto di sposarsi sette ( o otto?) volte…
Elisabetta Belotti, Il manuale del perfetto marito, Sesat Edizioni, 2012, pp. 125, € 10 – ISBN 978-88-97822-12-7, ebook € 0,99 – e-ISBN 978-88-97822-13-4