Se Mattia è un violento, o un paraculo, o un idiota, a me poco importa. Non ci servirà parlar male di Mattia sui social dandogli dell’incosciente o del pirla, o accanendoci contro i suoi genitori, che staranno già facendo i conti con le proprie responsabilità.
Autore: Cristina Obber
Federico Barakat, un bambino ucciso dal padre durante un incontro protetto nei locali dei servizi sociali. Protetto da che? C’è qualcosa che accomuna alcune storie dolorose che riguardano questo paese. Qualcosa che mi è apparso particolarmente chiaro durante la conferenza stampa sulla vicenda Federico Barakat, ucciso dal padre durante un cosiddetto incontro protetto nei locali dei servizi sociali di San Donato Milanese, servizi sociali che la Cassazione ha ritenuto non responsabili della sua incolumità. E’ ogni volta insopportabile ritrovarsi di fronte alla violenza istituzionale, la più subdola e la più feroce. Feroce sì, perché tu cittadino ti ritrovi piccolo, un…
Sui giornali oggi la notizia di una ragazzina di 13 anni costretta per mesi a subire violenze sessuali da un gruppo di coetanei a suon di filmati col telefonino e ricatti. Il 30% dei minori che in questo momento è in carico al Ministero di Giustizia minorile per violenze sessuali ha un’età compresa fra i 14 e i 15 anni. Ci si interroga sul perché del suo silenzio, sul perché non abbia mai voluto confidarsi con la madre con la quale aveva un “buon rapporto”. E’ opinione comune che un buon rapporto tra mamma e figlia sia una garanzia di…
Si può essere kamikaze da piccoli? L’ho chiesto alla dott. Cristina Migliardi, psicologa della neuropsichiatria infantile e psicoterapeuta specializzata in psicologia clinica. – L’ orrore dei bambini utilizzati nelle guerre in tutto il mondo non è cosa nuova, ma negli ultimi mesi salgono alla cronaca sempre più episodi efferati che li coinvolgono. Uno su tutti l’atroce attentato in Nigeria, in cui una bambina è stata fatta esplodere al mercato. I giornali parlano di “bambini-kamikaze”. Lei si occupa di infanzia, come giudica l’utilizzo di questo termine? E’ difficile pensare a “bambini-kamikaze”, che fanno cioè un atto intenzionale e consapevole, un volontario attacco suicida contro il nemico. I…
di Cristina Obber Ci sono bambin* che si preoccupano per Babbo Natale, avrà freddo e sarà indaffaratissimo nell’attraversare i cieli per accontentarci tutt*. Ci sono bambin* che hanno già scoperto che Babbo Natale è soltanto la proiezione dei nostri desideri, e scartano regali ordinati con precisione, badate bene a non sbagliare modello o marca. Ci sono bambin* negli ospedali, che si nutrono di flebo e dei sorrisi di mamma e papà, tra una chemio e l’altra; per loro sarà forse un clown dottore ad indossare la barba bianca. Ci sono bambin* che non vedono l’ora di diventare grandi per assomigliare a…
L’Africa è madre potente. Potente e amorevole: nello svelarti la tua nullità ti restituisce la tua grandezza. Perché umiliamo la terra? Sono stata in Africa. L’Africa è nostalgia di te. E’ una madre che è terra rossa, arida, secca. Puoi percorrere chilometri per ore senza incontrare un’auto, un essere umano. lungo una strada sterrata che sembra un’infinita rotaia verso l’orizzonte, e intorno solo rocce, sabbia, arbusti assetati e qualche animale di passaggio. Che si ferma, ti scruta, riprende il suo percorso nella quiete. C’è silenzio in Africa. Lo ascolti, ed è un richiamo. E sei in un enorme ventre, un ombelico ti…
C’è un’altra Palestina che vive accanto alla striscia di Gaza, una Palestina di cui non si parla perché non viene bombardata, ma che subisce un annientamento quotidiano e costante che passa attraverso burocrazia, demolizioni, spruzzi di acqua fetida che non ti puoi toglierti di dosso e nuove strade e nuovi muri che ti tolgono spazi, aria e vita. Una Palestina dove la popolazione reagisce con un grande attivismo nonviolento ma altrettanto costante e quotidiano, perché per loro Esistere è Resistere. Ce lo racconta Rosangela Pesenti, da poco tornata da un viaggio in Cisgiordania, che ho incontrato al seminario “Femminismo e…
La violenza si prende le nostre vite anche quando non ci lascia sull’asfalto Mi piace guidare, mi è sempre piaciuto. L’autostrada che scorre, la musica, il sole o la pioggia fuori, insieme al mondo. Giorni fa viaggiavo verso Altradimora, per un seminario su non-violenza e femminismo. Ascoltavo la radio. Parlavano della tragedia di Napoli, della vita di Davide, finita. Finita per mano di un altro ragazzo, poco più grande di lui (tragedia nella tragedia). Danno la parola agli ascoltatori, e tra le telefonate serpeggia l’insinuazione che Davide se la sia cercata, che se fai una cazzata in fondo ti meriti…