Autore: Dols

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Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

“Leonessa d’Italia, Brescia grande e infelice” scrive Aleardi nel 1857 nei Canti Patrii e “Brescia leonessa d’Italia beverata nel sangue nemico” la definisce vent’anni dopo il ben più noto Carducci nelle Odi barbare. di Claudia Speziali L’epiteto “leonessa d’Italia” o, più brevemente, “ la leonessa” si è fortemente radicato e viene ancora oggi comunemente usato nel parlato locale – benché in realtà lo stemma cittadino raffiguri invece un leone rampante – oltre a essere il nome di un quartiere periferico cittadino, il Villaggio Leonessa appunto, edificato nel 1926, con il nome di Villaggio Littorio, e opportunamente rinominato dopo la…

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Adriano Celentano compie 80 anni. di Daniela Tuscano Nomen omen, ma prima del 1966 alzi la mano chi conosceva il pur spumeggiante Gluck. L’amministrazione milanese, va riconosciuto, non s’è dimostrata generosa con l’autore barocco. Gli ha dedicato una via chissà come, angolare più che periferica, snobbata da un sole che pure stamane, dopo una furtiva apparizione, s’è immerso nel cielo ingombro e non ne è più uscito. La luce, qui, ha un riflesso grottesco. A quale scopo rendere più linde le ciminiere, nitida la ruggine? In via Gluck tutto è fermo; un immenso rottame inodore. Poi di musicista ne è…

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E va bene, definirlo apollineo non è originale. Semmai, tautologico. Ma abbiamo alternative? Roberto Bolle è una metempsicosi artistica, la materializzazione dei sogni di Winckelmann. Non la Grecia, ma un’idea di essa. Una bellezza pensata che taluni scambiano per freddezza. di Daniela Tuscano Ma Roberto vive, sublimando le passioni. Chi l’ha visto all’opera, anzi all’impresa, ne percepisce la fisicità possente e travagliata. C’è sofferenza dietro il genio, l’impossibilità di sentirsi normale, la severa armonia. Bolle quando tocca, quando bacia, è un fremito mediterraneo. Sa gestirsi, adesso che ha raggiunto – di slancio – il termine della carriera. Vuol essere popolare senza…

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L’anno si conclude con questo sangue; ed è sangue povero. Eppure essi hanno fede. In noi, oltre noi. di Daniela Tuscano Fa pena Spelacchio, l’abete rosso che illuminava (si fa per dire) il Natale di Roma, giunto agonizzante alla mèta e dichiarato ufficialmente morto. Fa ancor più pena adesso, nella seconda parte delle feste. Per taluni i suoi rami poco fronzuti sono un’allegoria del degrado in cui versa la capitale. In realtà quel simulacro di natura non rappresenta altro che se stesso, ed è già troppo. Non c’è mai stata pietà per l’abete piangente, come non ce n’è per i…

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Il passaggio di colore che segna anche l’evoluzione personale. 3 consigli e 6 note per chi ci sta pensando sul serio. di Carmen Russo nota bene: questo scritto non ha nessuna intenzione di offendere o criticare le donne che compiono la scelta di continuare a colorarsi i capelli anche alla bella età di 70anni o a qualsiasi età. È una riflessione sociale, personale e pratica su cosa comporti e come affrontare i capelli bianchi sotto la soglia d’età normalmente accettata. Non sono una vegana, non sono nemmeno vegetariana per quanto abbia ridotto il consumo di carne solo quando mi…

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“L’altra Mozart? Un genio… peccato che sia donna”.Nannerl Mozart e la discriminazione di genere nell’Europa del Settecento. Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso. W. A. Mozart di Francesca Bonaita Maria Anna, dal vezzoso nomignolo Nannerl, ha tutte le carte in regola per lasciare un segno in questo mondo. Nata nel 1751, quarta e unica figlia sopravvissuta a una manciata di fratellini scomparsi prematuramente alla nascita o a pochi mesi di vita, come accade ancora in Europa nella metà del Settecento, è l’orgoglio del padre Leopold, didatta violinista e compositore salisburghese; sguardo accigliato, ambizione…

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