Parafrasando il titolo dell’ultimo libro di Loredana Lipperini, “Di mamma ce n’è più d’una”. Trovo che infatti ancora si continui a pensare e a parlare per generalizzazione, come se l’universo femminile, come del resto anche quello maschile, fosse rappresentato solo da un prototipo. Donne clonate e stampate in formato uguale; cambiano il nome, le origini, lo status sociale e familiare, il lavoro ma per il resto, tutte uguali. Magari rispetto a prima, siamo arrivati a osservare e quindi a credere che il genere femminile abbia delle capacità oltre a quelle circoscritte all’accudimento della prole e alla cura della casa,…
Autore: Francesca Lemmi
Il mondo lavorativo è ancora concepito e strutturato su un’organizzazione e un’evoluzione professionale “maschile”: Purtroppo è una realtà evidente a tutti come le possibilità di carriera e di raggiungere livelli professionali medio-alti siano ancora prevalentemente prerogativa maschile (“segregazione verticale”). In merito a questo aspetto, i fattori socio-culturali e politici coinvolti sono tanti e complessi. Fra questi, sicuramente ha un peso importante la variabile tempo o meglio, il gap fra il tempo delle donne e quello aziendale. Il mondo lavorativo è ancora concepito e strutturato su un’organizzazione e un’evoluzione professionale “maschile”: si entra nel mondo del lavoro e indipendentemente dalle vicende…
Perché quando parliamo di figli, il pensiero va subito diretto alle madri? Perché quando si parla di conciliazione famiglia-lavoro, si fa riferimento solo alle donne? Troppo spesso la questione dei figli è considerata come riguardante esclusivamente le madri, come se i padri non esistessero o fossero periferici. Chiaramente questa concezione popolare ancora vigente risente del vecchio schema familiare, per cui il padre era colui che viveva outside occupandosi di garantire il sostentamento economico della famiglia e della prole (“breadwinner”), mentre la madre era colei che si occupava principalmente, per non dire unicamente, della cura della casa e dell’accudimento dei figli.…
In Italia (ancorché sia in Europa) il timore più o meno generalizzato delle dipendenti in maternità è quello di essere o elegantemente messe alla porta ( nel caso di coloro con contratti a termine) oppure di subire ostilità o avversioni da parte di colleghi e capi (mobbing). Infatti nonostante si sia nel XXI secolo, di fatto la maternità continua ad essere vista come “un problema”, ovvero in termini di rimessa e perdita in ambito lavorativo. Infatti vige ancora il mito popolare che la donna gravida sia, “poverina”, una persona psuedo-malata, che funziona peggio e più lentamente del solito, magari acciaccata…
Altri lo hanno fatto: segno che si può fare! Quante di voi hanno pensato almeno una volta nella vita di cambiare Paese, per emigrare lontano da questa Italia così conservatrice e refrattaria ai cambiamenti? Quante di voi hanno fantasticato e pensato che magari oltralpe, come figurarsi nei tanto decantati Paesi Scandinavi, si viva meglio, in virtù di una politica e un lavoro più women friendly? Personalmente ho pensato tante volte ad una capatina fuori dal confine, ma poi appartengo, a ragione o a torto, a quella categoria di persone che per quanto curiose e affamate di conoscere il mondo, nuove…
di Studi di genere – Intervista alla filosofa Vera Tripodi Da poco ho avuto modo di conoscere Vera Tripodi e subito è nata un’affinità intellettiva caratterizzata soprattutto da un interesse comune per le differenze di genere e le disparità di genere. Vera svolge la sua attività di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino e il LabOnt (Laboratorio di Ontologia diretto da Maurizio Ferraris). Inoltre è tra i fondatori di APhEx, dal 2010 il primo portale italiano di filosofia analitica, e membro della sua Redazione. Laureata in filosofia presso l’Università La Sapienza di…
La maternità è osannata e urlata a gran voce come un investimento su cui puntare di più, ma poi che si fa per sostenerla? Da quando ho iniziato ad aprire gli occhi su ciò che mi circondava a e a riflettere sulla società nella quale vivevo e tuttora vivo, ho fin da subito colto contraddizioni e paradossi che sono rimasti fino ad oggi dei punti interrogativi in attesa di risposte tuttora latitanti e di dimostrazioni confutanti che stento a trovare. Fra questi paradossi, sicuramente ce n’è uno che mi sta particolarmente a cuore e su cui rifletto, leggo e studio…
Ma siamo davvero convinte che diventare madri oggi sia una questione di scelta? Spesso mi capita di leggere articoli, libri e post in cui si dichiara apertamente e con toni entusiasti che la maternità è una libera scelta, sottolineando la dimensione di libertà che le donne pensano e talora credono fermamente di aver conquistato dopo anni di dure lotte femministe e di liberalizzazione tese a raggiungere la cosiddetta parità di genere. Ma siamo davvero convinte che diventare madri oggi sia una questione di scelta? E non faccio tanto riferimento alle situazioni di infertilità di uno o di entrambi i partner…