Autore: Gina Sorace

Gina Sorace nata a Bari nel 1980, si laurea a 22 anni in giurisprudenza per poi proseguire con studi classici ed ingegnieristici. Parla fluentemente 17 lingue e il suo sogno è conseguire la laurea in scienze religiose. Vive per leggere e anche un po’ il contrario. Ha scritto 4 libri

Che genio maledetto la Mazzantini! Ti senti indegna anche di leggerla… Conpletamente anestetizzata da “Non ti muovere”, qui la scrittrice ha di sicuro noleggiato una barca per condividere momenti di euforia sperimenletterale con Aldo Busi. Scherzo, ma qui c’è una ilarità in un onanismo elegante e non sfatto che il 9 lo do tutto. Una coppia di gemelle separate da 13 secondi, un colloquio ideale che vede Manola come intermediaria. Ortensia e Anemone e non potrebbero essere più diverse: una frigidissima l’altra “generosa”, Poldo il marito della fregnona frigida e bigodinosa non libidinosa preferisce la cognata a orgasmo plurimo salvo…

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16 storie di donne ferite – Il filo conduttore è una domanda timorosa: “Chi ci perdonerà per l’amore trattenuto, non dato?”. Il filo conduttore è una domanda timorosa: “Chi ci perdonerà per l’amore trattenuto, non dato?”. Una carezza non data può portare alla morte. No, non è una esagerazione. Una parola non detta porta disperazione. Suicidio. Uno spazio non condiviso, un rifiuto, un non dialogo. Morte. Tutti colpevoli. Per il minuto prezioso non trascorso ad ascoltare, il bacio non dato, l’abuso negato, la regola che non si può trasgredire. Eccole, 16 donne in questa raccolta ad opera di una donna…

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Appena terminato questo piccolo romanzo angosciante. Ma non troppo. Angosciante ma non troppo. Si tratta di una ricerca asfissiante per colmare la solitudine. Solitudine che da da terreno di coltura per la follia. Scritto usando delle parole attinte da un cesto di termini speciali, si legge, e si ha paura. Una vita allo sbando. Le classiche demoniache conseguenze della mancanza d’affetto. La tendenza a vendersi, a sabotarsi, a mettersi in pericolo. L’orgasmo feroce di vedersi ad un passo dalla morte con la bocca turata per non poter chiedere aiuto. Quella sanguinosa pulsione a porsi nel tedio, nella sofferenza. Il piacere…

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Un libro famoso. Una malattia altrettanto nota. Un equivoco mortale: le persone anoressiche non vogliono essere magre, vogliono poter sprigionare odio e rabbia, se ne deriva la magrezza, poi, sarà un valore aggiunto. Perché odiano se stesse? Perché ogni giorno si deve staccare il biglietto, bisogna meritare di vivere e lo si deve guadagnare a caro prezzo. Se mangi più di mezza mela a domani non meriti di arrivare. Nessuno ti ama, perché dovresti farlo tu? Tu non sei nessuno. Vomiti solo 2 volte al giorno, non 6. Tu non vali. Non riesci a controllare neppure il tuo corpo, figurati…

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Se dovessi avere il privilegio di morire in tardissima età lo farò serenamente anche grazie ad Oriana. Se mi dovesse colpire la disgrazia di ospitare un alieno, come lei chiamava il suo cancro, forse avrò meno paura. Con il cancro ai polmoni, questa splendida donna, sotto la pioggia si cimentava ad apporre la bandiera americana sul suo balcone per ricordare i Delta Force e la loro santa liberazione di tre ostaggi italiani e uno polacco. Una vita in politica, a fianco del socialismo, per avere giustizia sociale, per distruggere l’Eurabia e i potenti cattivi della terra. No, lei del cancro…

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 Notissima la trasposizione cinematografica, di cui, in breve, si trova una sceneggiatura in appendice, il romanzo supera la visualita’ dello schermo. Dopo aver letto “La voglia” della stessa autrice, ero titubante all’idea di immergermi in queste pagine. Ed invece…convulsa, accartocciata, prosa degna di un trattato su isteria e nevrosi, ancestrale, animalesca, istintiva, muta. Lei suona e insegna, lui apprende, la possiede, la aggredisce, la umilia. Il circuito vomita sulla madre della pianista, fonte di isteria e chiusura, di pazzia, di controllo, di schiaffi volanti e di dialoghi che impotenti si tramutano in pentagramma. Romanzo scompigliato, carico di odio, di incomunicazione,…

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Questo libro insegna a godere del presente, a sperare nel futuro, a lasciarsi il passato alle spalle. Laura e Sam festeggiano negli Usa anni ’70, il loro 50esimo anniversario di matrimonio. Laura ha tre figlie, tre sorelle, appunto, e come ogni mamma, anche a 70 anni il pensiero affannoso per quelle non più ragazze la crogiola. La consuma. Le mamme lo sanno bene. Barbara è l’amante di un uomo sposato e nella allora società questo desta preoccupazione e scandalo nel cuore di mamma Laura. Fran è irrequieta, cerca amori frenetici per sfuggire alla noia, non crede all’amore o forse ci…

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Con lo scialle andaluso si affronta il tema dell’eroe decaduto Lessi anche “La storia” ad opera di questa autrice e mi piacque sebbene ci faticai su. Ancora più interessante “L’isola di Arturo” Con lo scialle andaluso si affronta il tema dell’eroe decaduto, dei simboli di degrado, di un umanità tracciata alla Cassola. Un romanzo sulla crescita, sulla figura di una bella donna e sul declino della vanità. Voto 7.

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