Autore: Rita Cugola

Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

Mossa pubblicitaria o reale apertura? Molto probabilmente la bionda cavallerizza di nazionalità saudita Dalma Mahlas non parteciperà ai Giochi Olimpici di Londra. Il suo cavallo avrebbe infatti subito un infortunio e non sarebbe in grado di gareggiare. O almeno, questa è la versione ufficiale di una vicenda che apre non pochi interrogativi. Soltanto ieri infatti la BBC aveva confermato la presenza dell’atleta alla competizione internazionale. La notizia, avvalorata dall’Ambasciata araba a Roma, aveva comprensibilmente suscitato un certo scalpore poiché si sarebbe davvero trattato di un evento senza precedenti. Finora nessuna atleta del Golfo aveva mai concorso a gare di così…

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La decisione era ormai presa: senza velo, non sarebbe più andata a scuola. Era un’adolescente, ma con una grande determinazione e idee molto chiare. L’improvviso incontro con la religione islamica l’aveva profondamente cambiata. Le aveva insomma fatto intuire che l’origine dell’oppressione femminile a cui assisteva costantemente non andava ricercata nell’Islam come credo discriminatorio ma derivava invece in maniera diretta da una politica sociale rigidamente. maschilista caratterizzata da un’eccessiva libertà d’azione che era necessario contrastare con ogni mezzo. Da quel lontano giorno risalente a più di 25 anni fa Eva Abu Halaweh non si è mai fermata. Oggi è uno stimato…

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Passano silenziose, sole o in gruppetti, informi nei loro lunghi abiti. Figure quasi evanescenti sullo sfondo frenetico di un territorio in piena attività. Sembrano volersi sottrarre a sguardi estranei, indagatori e ipotetici violatori di un’intimità gelosamente custodita e celata tra le pieghe di tessuto. Sono le donne semitiche, mogli, madri, sorelle di immigrati provenienti dai paesi del Maghreb (Tunisia, Algeria e Marocco), da Egitto, Libia e Medio Oriente. Giunte in Italia al seguito dei loro uomini (in assenza dei quali la loro vita potrebbe essere alquanto diversa, sul piano sociale), non dimenticano di appartenere a una nobile tradizione religiosa di…

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