Autore: Rita Cugola

Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

USA. RACCONTARE PER SENSIBILIZZARE: DONNE IN PIAZZA A TUTELA DEL DIRITTO DI ABORTO Pronte a scendere in piazza per raccontare pubblicamente le esperienze vissute. Le statunitensi non riescono proprio a tollerare l’idea che il presidente Donald Trump possa aggirare la sentenza emessa dalla Corte Suprema nel lontano 1973 (nota in termini di Roe v Wade, in omaggio a Norma Leah McCorvey, alias Jane Roe, vincitrice della causa intentata contro il Texas, rappresentato dal legale Henry Menasco Wade), assurta a pietra miliare della libertà di aborto . “La  nostra missione è di condividere con le altre ciò che abbiamo sperimentato. Vogliamo sensibilizzare…

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È opinione diffusa che il passato offra solo modelli di inferiorità sociale e culturale e che pertanto uno studio approfondito in tal senso non possa che accrescere la consapevolezza circa la presunta superiorità moderna. Ebbene, se le donne dell’Antico Egitto potessero tornare a far sentire la propria voce, forse non sarebbero affatto d’accordo. Nel 1829 – anno del suo unico viaggio nelle terre nilote – Jean-François Champollion ricordava infatti “(…) Quanto la civiltà egizia differisse in modo sostanziale da quella del resto dell’Oriente e si avvicinasse invece alla nostra, perché si può valutare il grado di civiltà dei popoli dalla…

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Difficile comprendere ciò che induce alcune occidentali, magari perfettamente inserite in contesti moderni ed evoluti, a rinnegare il passato in nome del jihadismo. Evocare fragilità emotive o insani desideri di avventura sarebbe tuttavia riduttivo: alla genesi delle conversioni femminili (attestate in cotante crescita) c’è infatti la retorica califfale stessa, tesa ad alimentare nelle potenziali vittime quel senso di rivalsa rimasto insoddisfatto: “Verrete coinvolte in missioni divine di doverosa responsabilità; vivrete libere in un mondo utopico e ideale“. E’ sostanzialmente la prospettiva di aderire (con mansioni di rilievo) a una causa ambiziosa e potenzialmente sovversiva a sedurre le apiranti combattenti, divenute…

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Le semitiche,mogli, madri, sorelle di immigrati originari di paesi del Maghreb (Tunisia, Algeria e Marocco), Egitto, Libia e Medio Oriente. Giunte in Occidente al seguito dei rispettivi uomini, in assenza dei quali si ritroverebbero forse proiettate  una vita socialmente diversa. Passano silenziose, sole o in gruppetti, informi nei loro lunghi abiti. Figure quasi evanescenti sullo sfondo frenetico di un territorio in piena attività. Sembrano volersi sottrarre a sguardi estranei, indagatori e ipotetici violatori di un’intimità gelosamente custodita e celata tra le pieghe di tessuto.  Sono le semitiche: mogli, madri, sorelle di immigrati originari di paesi del Maghreb (Tunisia, Algeria e…

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A garantire il rispetto della normativa etica in vigore (ispirata sostanzialmente a un’interpretazione arbitraria e misogina del Corano), la famigerata brigata femminile al-Khansa, costantemente alla ricerca di potenziali vittime da seviziare  in nome della Sharìa. Con esiti spesso letali. L’onnipresenza della Hisbah (o polizia morale) è fonte di enorme apprensione per le suddite del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, obiettivi designati delle rigide restrizioni sancite dai vertici a negazione del loro stesso diritto all’esistenza. A garantire il rispetto della normativa etica in vigore (ispirata sostanzialmente a un’interpretazione arbitraria e misogina del Corano), la famigerata brigata femminile al-Khansa, costantemente alla ricerca di…

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Paradossalmente, la propaganda jihadista sta seducendo anche l’altra metà del cielo. Specie in Indonesia. Tradizionalmente relegate ai margini della società, le donne sembrano infatti aver individuato nella lotta al mondo infedele un incentivo di rivalsa e affermazione, tanto che il numero delle simpatizzanti è registrato ovunque in costante aumento. E se alcune decidono di abbracciare la causa califfale semplicentente per tentare di sfuggire alla monotonìa di un’esistenza priva di apparenti gratificazioni, altre – forse in preda a un delirio autodistruttivo- mirano essenzialmente alla gloria del sacrificio in nome di Allah. Inevitabile che. per quanto proverbialmente misogini, gli oligarchi del Daesh…

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 LA GUERRA DELLA WOMEN’S BANIJ AL FEMMINISMO Sebbene dalla rivoluzione del 1979 (culminata con il crollo della monarchia e la conseguente istituzione della repubblica) abbiano raggiunto obiettivi impensabili in altri stati islamici della regione, le iraniane continuano a essere oggetto di pesanti discriminazioni sociali e istituzionali. I risultati ottenuti a livello sanitario ed educativo (la percentuale delle studentesse negli atenei è stimata intorno al 60%) non sono infatti assolutamente sufficienti per azzardare l’inizio di un percorso davvero emancipatorio. La supremazia maschile vigente non contempla alcuna forma di autonomia decisionale per l’altra metà del cielo: nè in ambito domestico (dove la…

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Con 380 voti a favore, due contrari e un’astensione, i membri della Duma (Camera Bassa del parlamento russo) hanno approvato la mozione avanzata dai conservatori, tesa sostanzialmente a declassare le angherìe domestiche a illecito amministrativo. Una mossa ispirata dalla necessità di correggere la sentenza emessa lo scorso anno dalla Corte Suprema, che pur ammettendo la depenalizzazione di quello che in precedenza era ritenuto un crimine aveva continuato a contemplare condanne detentive fino a due anni a carico degli accusati. A breve dunque, chiunque si servirà della forza per imporre la propria autorità in famiglia verrà punito con un’ammenda di circa…

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