Tra novità in ambito europeo e la vita quotidiana nelle nostre città, occorre intervenire in modo strutturale su più livelli, con nuove strategie e soprattutto investimenti, che portino a una espansione del welfare pubblico, oggi ridotto all’osso o che disperde energie e risorse in bonus o interventi una tantum, per niente sistematici. Qualcosa che ci faccia superare i limiti e i pesi di anni di abitudine al fai da te. Nel corso della seduta del 21 giugno del Consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori”, gli Stati membri dell’UE “hanno raggiunto un accordo su tre fascicoli legislativi che rappresentano un elemento essenziale per…
Autore: simonasforza
La storia è attraversata da uomini e donne, ma per secoli i passi compiuti dalle donne sono stati marginalizzati e relegati in un angolo, subordinati e oscurati da una narrazione monosessuata al maschile. Una storia che è relazioni e intrecci tra i generi sarebbe zoppa senza considerare il genere femminile. Pertanto nella ricostruzione è fondamentale ricomporre un modello relazionale, di rapporto e di incontro/scontro tra i generi. La cittadinanza è un concetto che irrompe con la Rivoluzione francese, con l’avvento dei diritti universali dell’uomo. E l’altra metà, le donne che posto occupavano? Nel 1791, Olympe De Gouges con la sua Dichiarazione dei diritti…
I primi 40 anni della Legge 194, Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. A che punto siamo? Al principio fu la battaglia contro una delle più evidenti espressioni dell’assetto patriarcale della società. Un movimento che si batté per garantire alle donne l’accesso all’aborto, libero, assistito e gratuito. Una pratica che era clandestina, esisteva, veniva gestita in modo diverso a seconda delle condizioni e delle disponibilità economiche della donna, tra ginecologi, ostetriche e mammane. Differenze di classe e di censo che decidevano della salute della donna. Ci si scontrava contro leggi che bollavano la contraccezione come…
Guardarsi attorno può servire per comprendere quali margini di miglioramento possiamo implementare anche nel nostro Paese. Mi è capitata sotto mano questa analisi sulle pratiche messe in atto dalla Svezia in materia di violenza di genere. Il documento, datato aprile 2018, è a cura del Policy Department on Citizens’ Rights and Constitutional Affairs, su richiesta dalla Commissione del Parlamento UE per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (FEMM). Il Consiglio svedese per la prevenzione della criminalità ha presentato una nuova relazione il 27 marzo 2018, che evidenzia le tendenze fino al 2015 (non include i dati del 2016, che sono ancora preliminari).…
Troppe macerie e generalizzazioni sono piovute sul mondo della scuola, specialmente negli ultimi giorni. Troppi sapientoni si sono prodigati in fiumi di analisi e di strali, con la sensazione finale che tanto si parla di scuola, ma poco la si conosce da dentro. Con il risultato di terremotare tutto quanto, scaricando responsabilità sulla base di pregiudizi e di giudizi sommari. C’è chi ne fa un’analisi prettamente classista, esattamente come chi preferisce continuare a pensare che la violenza e certi comportamenti lesivi dei diritti si annidino principalmente negli strati sociali dotati di meno mezzi materiali e immateriali. Eppure come sappiamo benissimo…
Il 26 novembre scorso con l’associazione Libere Sinergie https://liberesinergie.org/ abbiamo dato il via al progetto “Panchine rosse contro la violenza sulle donne”, inaugurando una prima panchina presso i giardini pubblici di via Montegani a Milano. Abbiamo dato 4 mani di colore per porre le basi di un lavoro che sarebbe partito da lì in poi. Da quel giorno è iniziato il percorso con i ragazzi e le ragazze della III C dell’Istituto Kandinsky di Milano, dapprima con un laboratorio su sessismo, stereotipi e violenza di genere curato dalla sottoscritta e da Carla Rizzi: un passaggio fondamentale di approfondimento, per fornire…
La mostra Com’eri vestita? nasce da una domanda che arriva come un pugnale a colpevolizzare le donne che hanno subito uno stupro. “What Were You Wearing” è una mostra promossa dall’università del Kansas da un progetto di Jen Brockman e Mary Wyandt-Hiebert, esposta per la prima volta all’Università dell’Arkansas dal 31 marzo al 4 aprile 2013. L’associazione Libere Sinergie la replica in Italia, contestualizzandola al nostro ambiente socio-culturale. Si può pensare che sia ormai sempre più raro domandare “Come eri vestita?”, invece, lo stereotipo persiste, vivo, in ogni interrogatorio della sopravvissuta alla violenza, in numerosi articoli che la narrano, ogni qualvolta ci si…
È tutto l’intero sistema che deve essere rivoluzionato, dai tempi di vita e lavoro alle retribuzioni, dai contratti alle tutele, dalla cultura alle prassi, dalla mentalità all’organizzazione aziendale, perché le discriminazioni di genere siano superate, restino solo un vago ricordo di un tempo che non dava giusto valore alle donne e di fatto creava gabbie nocive per tutti e tutte. Ma fino ad allora dovremo impegnarci su più piani affinché si raggiunga una realtà più equa. Oltre le statistiche che vedono incrementarsi il numero delle donne occupate, occorre leggere a fondo per comprendere come e perché non è tutto…