Autore: simonasforza

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Blogger, femminista e attivista politica. Pugliese trapiantata al nord. Equilibrista della vita. Felicemente mamma e moglie. Laureata in scienze politiche, con tesi in filosofia politica. La scrittura e le parole sono sempre state la sua passione: si occupa principalmente di questioni di genere, con particolare attenzione alle tematiche del lavoro, della salute e dei diritti.

La mostra Com’eri vestita? nasce da una domanda che arriva come un pugnale a colpevolizzare le donne che hanno subito uno stupro. “What Were You Wearing” è una mostra promossa dall’università del Kansas da un progetto di Jen Brockman e Mary Wyandt-Hiebert, esposta per la prima volta all’Università dell’Arkansas dal 31 marzo al 4 aprile 2013. L’associazione Libere Sinergie la replica in Italia, contestualizzandola al nostro ambiente socio-culturale.  Si può pensare che sia ormai sempre più raro domandare “Come eri vestita?”, invece, lo stereotipo persiste, vivo, in ogni interrogatorio della sopravvissuta alla violenza, in numerosi articoli che la narrano, ogni qualvolta ci si…

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È tutto l’intero sistema che deve essere rivoluzionato, dai tempi di vita e lavoro alle retribuzioni, dai contratti alle tutele, dalla cultura alle prassi, dalla mentalità all’organizzazione aziendale, perché le discriminazioni di genere siano superate, restino solo un vago ricordo di un tempo che non dava giusto valore alle donne e di fatto creava gabbie nocive per tutti e tutte. Ma fino ad allora dovremo impegnarci su più piani affinché si raggiunga una realtà più equa. Oltre le statistiche che vedono incrementarsi il numero delle donne occupate, occorre leggere a fondo per comprendere come e perché non è tutto…

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Una società che non rispetta le donne, i loro diritti e le loro scelte non può definirsi democratica, aperta, civile e progredita. Occorre ascoltare le donne e essere vicini ai loro bisogni. La tutela della maternità passa anche dal garantire servizi adeguati di prevenzione e di educazione a una genitorialità consapevole, mettendo in grado di pianificare e di definire le proprie scelte riproduttive. Le parole non sono più sufficienti per dare un quadro del disastro in tema di salute sessuale e riproduttiva in Italia, una situazione che appare ancora più evidente dalla cronaca che ne ho fatto in questi anni e da…

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In questo paese oscilliamo da un lato tra la santificazione/venerazione della maternità, con tanto di dipartimento mamme e di bonus ad hoc, e dall’altro con attacchi più o meno velati alle donne, in generale, ma ultimamente anche alle neomamme o mamme. Non c’è un equilibrio. Non c’è un quadro realistico. Non c’è un approccio serio e non stereotipato. Non c’è separazione tra realtà e finzione che deforma e strumentalizza tutto, in funzione di un discredito generalizzato intriso di odio e pregiudizio. C’è chi mette in piedi una campagna di vero e proprio odio e dileggio contro le neomamme, creando addirittura…

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La legislatura si sta per chiudere. Insieme ad altri provvedimenti che rischiano di non vedere l’approvazione, c’è questa riforma del rito abbreviato che potrebbe non essere più applicabile ad alcuni reati particolarmente gravi e che prevedono l’ergastolo. Per questo abbiamo pensato a questa lettera al Presidente del Senato Pietro Grasso. Pensiamo che questa correzione vada nell’interesse trasversale, generale: non va assolutamente rinviata. *** Alla cortese attenzione del Presidente del Senato Pietro Grasso Oggetto: richiesta di accelerazione iter per revisione rito abbreviato Egregio Presidente, Le scriviamo questa lettera, consapevoli che siamo alle battute finali della XVII Legislatura e che vi sono…

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Di report in report, la fotografia che emerge in tema di eguaglianza di genere e di riduzione delle distanze in ogni ambito tra uomini e donne non è rassicurante. Il traguardo sembra allontanarsi, vediamo perché. Il Global Gender Gap Index è stato introdotto per la prima volta dal Forum Economico Mondiale nel 2006 con l’intento di fornire un quadro sulle diseguaglianze basate sul genere e monitorare il loro progresso nel tempo. L’edizione di quest’anno mette a confronto 144 paesi, valutando il divario tra donne e uomini su salute, istruzione e gli indicatori economici e politici. Si prefigge di capire…

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Dopo anni di inerzia, l’Italia tenta di allinearsi con quanto richiesto in Europa in materia di indennizzo per le vittime di reati intenzionali violenti. Vediamo con quali risultati. Non c’è giorno in cui non scopriamo qualche nuovo tassello che sempre più pare farci indietreggiare. Mentre siamo ancora in attesa di una toppa normativa al 162ter e agli effetti della depenalizzazione del reato di stalking, che impone alla vittima un risarcimento monetario, ci giunge notizia di un’altra soluzione che ci lascia alquanto perplesse, per usare un eufemismo. È circostanza comunemente nota quanto sia difficile per le sopravvissute alla violenza e per…

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Rachel Moran – Stupro a pagamento. Non chiamiamolo sex work. È una violenza e un abuso sulle donne, che gli uomini comprano col denaro per poterle stuprare. Un crimine contro l’umanità, contro le donne. Alcune considerazioni a caldo sulla presentazione del libro Stupro a pagamento – Paid for di Rachel Moran. Rachel Moran è una sopravvissuta irlandese, co-fondatrice di SPACE international (organizzazione che riunisce sopravvissute provenienti da 7 paesi), ha vissuto 7 anni in prostituzione, dai 15 ai 22 anni. Ne è uscita e come sottolinea lei stessa non era scontato che ci riuscisse, molte donne vi restano intrappolate. Lei ha avuto la possibilità di…

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