(precedente) Vocaboli e Treccani Un uso saggiamente appropriato e ragionevolmente prolungato delle parole al femminile delle professioni finora ad appannaggio maschile potrà colmare il gap esistente tra i due universi, prevenendo la violenza di genere e in particolare, la violenza sulle donne. Accogliendo le istanze degli e delle attiviste, il Dizionario Treccani in ottobre 2022 ha pubblicato una nuova versione più inclusiva, che introduce definitivamente l’uso di metalinguaggi relativi alle carriere virati al femminile, come avvocata, sebbene già esistente da secoli, con la preghiera del “Salve Regina, avvocata nostra”. Dunque, persino con l’avallo di un ente tra i più patriarcali, la Chiesa. …
Autore: Stefi Pastori Gloss
Libero pensiero I regimi totalitari ostacolano il libero pensiero, attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole. Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. Gloss rende proprio l’invito di Christophe Clavé, laureato a Sciences-Po Paris, titolare di un MBA, allenatore professionista. Nel suo curriculum, si legge che ha trascorso venticinque anni in azienda, come DRH e poi Direttore Generale. È stato anche incaricato del corso Strategia e Politiche d’Impresa a HEC Parigi per cinque anni. Clavé osserva: “Facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Anche se sembra complicato. Soprattutto se è complicato. Perché…
una visione totalizzante su Torino a settantotto metri di altezza
spettatori e protagonisti al Ristorante Del Cambio di Torino in piazza Carignano
Real Chiesa di San Lorenzo, voluta il 10 agosto del 1557, giorno in cui si celebra appunto San Lorenzo.
In Piemonte, in particolare a Torino, la bealera indica un corso d’acqua, generalmente artificiale, regolarizzato dall’uomo e adoperato per l’irrigazione dei campi; per usi igienici della città (apporto d’acqua per la pulizia della stessa, per le fognature); per fornire forza motrice a mulini, segherie, fucine; per inondare i fossati delle fortificazioni
il Castello di Lucento NON è un castello. Pochi torinesi lo conoscono per averlo visitato. Tutti le altre e gli altri magari ne hanno sentito parlare come antica residenza Savoia, facente parte della corona di gioielli da caccia incastonati ai piedi delle Alpi, nascosta tra fabbriche e anse della Dora. Che prima o poi avrebbero voluto visitare. Ma non l’hanno mai fatto perché per tanti anni è stato inaccessibile al pubblico.
Villa Sanquirico è una galleria d’arte già di per sé, dove Storia e storie si accavallano. Le stanze sono sgombre da mobilia, ma contengono memorie che dimorano lì come l’arcano Appeso dei Tarocchi marsigliesi. Parlano di chiacchiericcio nei salotti, di prelibati pranzi, di notti sensuali, di sferraglianti cucine, di studio “matto e disperatissimo”, di fastosi balli, di narcisismo nelle stanze da bagno, dove le installazioni accendono magie supplementari. È un piccolo incantesimo aggirarsi qui.