Oggi, la Galleria Subalpina, passage à la française affascina i propri cittadini e turisti da tutto il mondo. Magari manco notano il Nuovo Cinema Romano, che è un po’ nascosto in un angolo.
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Più di trent’anni fa fu creata della maestosa cancellata scorrevole del Regio, opera bronzea intitolata “Odissea musicale”; è costituita da due pannelli lunghi 12 metri e alti 3,60 ed è pregiato sipario che sostiene tre solenni gruppi scultorei, (Danza, Tragedia, Commedia) in una cornice continua di bassorilievi e lesene verticali. L’autore è lo scultore Umberto Mastroianni, zio di Marcello
(precedente) Vocaboli e Treccani Un uso saggiamente appropriato e ragionevolmente prolungato delle parole al femminile delle professioni finora ad appannaggio…
Libero pensiero I regimi totalitari ostacolano il libero pensiero, attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole. Se…
spettatori e protagonisti al Ristorante Del Cambio di Torino in piazza Carignano
In Piemonte, in particolare a Torino, la bealera indica un corso d’acqua, generalmente artificiale, regolarizzato dall’uomo e adoperato per l’irrigazione dei campi; per usi igienici della città (apporto d’acqua per la pulizia della stessa, per le fognature); per fornire forza motrice a mulini, segherie, fucine; per inondare i fossati delle fortificazioni
Villa Sanquirico è una galleria d’arte già di per sé, dove Storia e storie si accavallano. Le stanze sono sgombre da mobilia, ma contengono memorie che dimorano lì come l’arcano Appeso dei Tarocchi marsigliesi. Parlano di chiacchiericcio nei salotti, di prelibati pranzi, di notti sensuali, di sferraglianti cucine, di studio “matto e disperatissimo”, di fastosi balli, di narcisismo nelle stanze da bagno, dove le installazioni accendono magie supplementari. È un piccolo incantesimo aggirarsi qui.
Casa Luzi è villa trasformata in museo da Andrea Luzi, figlio dell’architetto Elio Luzi. Nel verde della collina torinese, tra il 1961 e il 1965, Elio Luzi e Sergio Jaretti hanno costruito due ville sorelle. «Si tratta dei due più importanti architetti del Dopoguerra»